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Il Potere della Pazienza: una riflessione in questi giorni particolari

In questi giorni di stop forzato alle varie attività e alle uscite a causa della quarantena, è utile fermarsi a riflettere sulla virtù della pazienza e di quanto questa, essendo preziosa per gli uomini, vada allenata fin da piccoli.

“La pazienza è la virtù dei forti”: chissà quante volte, durante l’infanzia, abbiamo sentito ripetere questa frase dai nostri nonni, per poi scoprire-da adulti- che è proprio così.

A cosa serve la pazienza

Quando si cresce si comprende che la pazienza è una dote necessaria in ogni processo che si desidera far durare nel tempo. Lo sviluppo e la maturità sono tappe che non è bene saltare o vivere con superficialità.

La frettolosità di solito comporta il rischio di comportarsi in maniera immatura e superficiale, giungendo a conclusioni errate. Non avere pazienza quando serve può compromettere in maniera irrimediabile tutto il lavoro svolto in precedenza, vanificando così i risultati ottenuti.

Chi sa aspettare, chi sa essere paziente, dimostra di sapersi comportare con misura e saggezza per raggiungere il suo scopo. Questa è una grande manifestazione di potere perché dimostra che si è in grado di controllarlo, capendo quando è meglio agire e quando invece è opportuno aspettare che il tempo “faccia il suo lavoro”.

Pazienza sì, Rassegnazione no

Stare fermi per un po’ senza avvertire la necessità di agire per forza, non agire e nello stesso tempo rimanere vigili e recettivi a ciò che ci circonda, accumulare conoscenza e distillarla lentamente dentro e fuori di sé , sono tutte manifestazioni dell’immenso potere della Pazienza.

Lo scrittore Honorè de Balzac affermava che “La pazienza è ciò che nell’uomo più somiglia al procedimento che la natura usa nelle sue creazioni”. Si tratta di una virtù utile e feconda in grado di canalizzare il tempo in un’azione precisa, riflettuta. L’arte di saper aspettare non va però confusa con il menefreghismo o con la rassegnazione.

La fretta è dannosa

Essere pazienti significa osservare, ascoltare, analizzare i movimenti del tempo e degli eventi aspettando che arrivi il momento giusto per muovere il passo decisivo al cambiamento, per portare a compimento l’obiettivo (che nel frattempo deve essere sempre fermo e ben preciso).

La fretta, non curante dei tempi di maturazione di ogni cosa, porta alla rovina. D’altronde l’antico proverbio recita così: “La gatta frettolosa fece i figli ciechi”.

La pazienza può essere considerata come la capacità di incanalare il tempo, valutando con attenzione i pro e i contro di ogni situazione senza intervenire, cercando di capire quando i tempi sono maturi e quanto un’azione affrettata potrebbe essere controproducente.

I Tre punti fondamentali della Pazienza

Per imparare l’arte della pazienza bisogna dilatare il momento presente che si sta vivendo osservandolo con attenzione in tutti i suoi aspetti, invece che vivere di fretta e farlo “evaporare”. Ecco gli elementi principali che rendono unica questa “virtù”:

  1. Ogni goccia di presente, ogni attimo è importante ed è parte del processo di maturazione di ogni creazione che vuole concretizzarsi.
  2.  Darsi il tempo di osservare e ascoltare permette anche di valutare le cose da un altro punto di vista (ascolto         attivo e osservazione obiettiva).
  3. Attraverso l’assimilazione delle informazioni e la comprensione profonda del progetto che si intende                    concretizzare nella realtà esterna, noi tutti possiamo raggiungere lo scopo prefisso con maggiori possibilità        di successo. Sfruttiamo allora questo tempo di “vuoto” che ci è dato per allenarci alla pazienza e alla                     resilienza, in attesa di realizzare i progetti di vita o quelli professionali a cui teniamo.

 

 

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Autore
Cristiana Lenoci
Mi chiamo Cristiana Lenoci, sono laureata in Giurisprudenza e specializzata nel campo della mediazione civile. La mia grande passione è la scrittura, ho maturato una discreta esperienza sul web e collaboro per diversi siti. Ho anche frequentato un Master biennale in Giornalismo presso l'Università di Bari e l'Ordine dei Giornalisti di Puglia.

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