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Pandemic Fatigue: come affrontare il “blues” della pandemia

Chi più chi meno soffriamo tutti di Pandemic Fatigue, una vera e propria sindrome comportamentale di cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha anche dato una definizione.

La pandemic fatigue è la risposta prevedibile e naturale dell’individuo ad uno stato di crisi prolungata della salute pubblica, soprattutto perché la gravità e la dimensione dell’epidemia in corso hanno richiesto un’estensione delle misure invasive con un impatto senza precedenti nel quotidiano di tutti”.

Secondo i dati riportati da Hans Kluge, direttore OMS per l’Europa, circa il 60% della popolazione sta soffrendo emotivamente: viviamo come all’interno di una nebbia che ci immobilizza, rendendoci privi di energia, quasi incapaci di affrontare la giornata. Si chiama anche “anergia”, lo stato di stanchezza e perdita di forza psichica per affrontare le incombenze quotidiane.

Le vittime della sindrome

A risentire di questa sindrome post-moderna provocata dal dilagare della pandemia sono soprattutto gli adulti con età compresa tra i 35 e i 55 anni, ovvero coloro che vivono la doppia condizione (e responsabilità) di figli e genitori.

Noi adulti dobbiamo gestire ogni giorno, spesso con grande difficoltà, la mancanza di contatti, la frustrazione legata alla didattica a distanza che spesso esaspera le tensioni familiari, e ha sdoganato l’abuso di tablet e device.

La resilienza secondo Ilaria Capua

La virologa Ilaria Capua, intervistata tempo fa dal Corriere della Sera, affermava che “l’antidoto a questa pandemic fatigue è concentrarsi su questioni davvero urgenti, lasciando un po’ perdere il resto”. Lasciare perdere, lasciare andare, implica il fluire senza darsi troppe regole rigide, portando l’attenzione lì dove serve davvero.

La dottoressa Capua, inoltre, più volte durante questi mesi complicati, ha fatto appello alla resilienza, alla capacità di “stare nella situazione”, di muoversi assecondando il flusso “cambiando ciò che non possiamo accettare”, e soprattutto “accettando quello che non possiamo modificare”.

Yoga, valida alternativa

Tra le modalità per contenere ed affrontare lo stress provocato dalla pandemia  e dalle restrizioni dovute ad essa, lo yoga è certamente un’ottima opzione. Questa millenaria disciplina, infatti, agisce contemporaneamente su corpo e mente ed offre una grandissimo aiuto sia per liberare tensioni e blocchi emotivi, sia per muovere e tonificare il fisico. Oltre alle asayana (posizioni) assai utili sono anche la meditazione e le tecniche di Pranayama (respirazione).

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Autore
Cristiana Lenoci
Mi chiamo Cristiana Lenoci, sono laureata in Giurisprudenza e specializzata nel campo della mediazione civile. La mia grande passione è la scrittura, ho maturato una discreta esperienza sul web e collaboro per diversi siti. Ho anche frequentato un Master biennale in Giornalismo presso l'Università di Bari e l'Ordine dei Giornalisti di Puglia.

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