Home > Io Penso Positivo > La gentilezza rende migliore la vita: ecco perché

La gentilezza rende migliore la vita: ecco perché

Praticare la gentilezza rende persone migliori: ecco qualche consiglio su come fare.

Quando ti viene data la possibilità di scegliere se avere ragione o essere gentile, scegli di essere gentile”. Questa è una frase dello psicologo americano Wayne W. Dyer, che sintetizza un concetto assai importante: la gentilezza è una scelta. Non a caso il filosofo Seneca affermava, secoli fa: “Ovunque ci sia un essere umano, vi è la possibilità di gentilezza”. Eppure oggi siamo tutti portati a voler avere ragione, ad imporci sugli altri, ad essere aggressivi. Dovremmo invece imparare ad essere gentili in ogni momento della nostra giornata, come spiega Cristina Milani, presidente dell’associazione “Gentletude” e del “World Kindness Movement” (Movimento Mondiale della Gentilezza), che sull’argomento ha scritto un libro dal titolo “La forza nascosta della gentilezza” (Sperling & Kupfer). Praticare gesti di quotidiana serenità e tolleranza non è difficile, è una rivoluzione singola che può migliorare il mondo.

Gestire meglio le emozioni

Quando subiamo uno sgarbo dovremmo fermarci un attimo a riflettere sul perché di quel gesto. Facendo questo impediamo l’innescarsi di una reazione emotiva, magari anche violenta ed esagerata, che di fatto non pone rimedio al problema, ma amplifica la negatività della situazione. Non è certo facile, anche perché spesso scatta l’orgoglio, e serve una buona gestione delle emozioni. La fretta e la velocità delle relazioni, oggi, crea parecchi problemi alla gentilezza. Fermarsi, riflettere, è contrario a quello che avviene tutti i giorni, in cui purtroppo agiamo in modo frettoloso e impulsivo. Perdere tempo, alle volte, invece paga.

Azioni a caso: fai qualcosa di bello e buono

Dobbiamo agire con il cuore, ma non perché siamo obbligati o ci sentiamo in colpa: il destinatario dei nostri gesti avvertirà che vi è una “predisposizione felice”. Gli atti gentili spontanei creano un vortice che genera gioia a chi li fa e a chi li riceve. Basta cedere il posto in coda al supermercato, o sul treno, o dare una mano a qualcuno con la sporta della spesa. Piccoli gesti, per nulla impegnativi, ma che assicurano il pieno di sorrisi. Come ci insegna Anne Herbert e la sua filosofia del “praticare atti di gentilezza a caso e di bellezza senza senso”, ricevere un gesto gentile casuale ci rende intimamente felici, e a nostra volta siamo portati a farne degli altri.

Gentilezza: questione di geni

Le gentilezza è anche una questione di allenamento. Oppure gentili si nasce? Dopo secoli in cui si è ritenuto che l’uomo fosse dominato dall’egoismo, nel 2011un’equipe di psicologi guidati dal professor Reut Avinum della israeliana Hebrew University ha fatto una sensazionale scoperta: nel compiere un atto gentile verso il prossimo il gene AVPR1A rilascia nel nostro cervello neurotrasmettitori che producono una sensazione di benessere fisico. Questo è il gene dell’altruismo, che è nel nostro Dna. Ma questo gene, in una società dell’immagine che ha preso il posto del contenuto, in un ambiente in cui si corre senza riflettere e l’istinto la fa da padrone, va allenato, giorno per giorno. Non lasciamolo chiuso in un cassetto, per tirarlo fuori solo nelle grandi occasioni. Non dobbiamo imparare ad essere gentili, ma serve rispolverare i meccanismi che naturalmente abbiamo. Solo così possiamo ottenere tutti i benefici studiati dalla scienza e dovuti all’essere gentili.

A casa, in ufficio: come comunicare con rispetto

Ecco alcuni consigli per stabilire rapporti empatici e rispettosi verso gli altri. In primis, è necessario osservare: mantenere un elevato grado di attenzione nei confronti dell’altro permette di bilanciare anche i bisogni. E’ importante ascoltare, invece di limitarsi a sentire, ed utilizzare una comunicazione il più possibile chiara e coerente. Poi è altresì importante aggiustare l’equilibrio interno, ossia elaborare messaggi interiori positivi e praticare un sano egoismo. E’ necessario agire sapendo che non si è soli e sforzarsi di non giudicare, non criticare, non mettersi in mostra o vantarsi. Evitare le bugie e le omissioni aiuta ad essere sinceri. Essere costruttivi evitando le obiezioni negative, le rivendicazioni e le polemiche, aiuta a vivere meglio. Altro consiglio da mettere sempre in pratica è di non parlare male degli assenti.

 

 

Pin on Pinterest0Share on LinkedIn0Tweet about this on TwitterShare on Facebook0
Autore
Cristiana Lenoci
Mi chiamo Cristiana Lenoci, sono laureata in Giurisprudenza e specializzata nel campo della mediazione civile. La mia grande passione è la scrittura, ho maturato una discreta esperienza sul web e collaboro per diversi siti. Ho anche frequentato un Master biennale in Giornalismo presso l'Università di Bari e l'Ordine dei Giornalisti di Puglia.

Inserisci un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono indicati con *

*

*