La vita ci riserva sempre sorprese anche quando le nostre strade sembrano già segnate da un percorso di studi o da una professione. E’ quello che è successo ad una giovane avvocatessa di 37 anni, Katiusha Balansino, che ad un certo punto ha messo da parte la laurea in Giurisprudenza, una carriera avviata a Milano e il sogno di diventare un magistrato (il suo modello era Antonio Di Pietro).
Fin qui nulla di strano, se non fosse che Katiusha ha lasciato un brillante curriculum nel cassetto per diventare allevatrice di capre sul Lago Maggiore. Oggi però questa giovane donna è soddisfatta e non ha alcun rimpianto: ha scelto una vita più consona al suo modo di essere, circondata dalla natura rigogliosa e dagli animali che ama.
Insieme a Katiusha c’è il suo compagno Roberto Garavello, anche lui ha lasciato la tetra Milano ed un lavoro di gestione di una catena di alberghi. Insomma, dallo stress della vita milanese, Katiusha e Roberto si sono rifugiati in un paradiso naturale consapevoli però di intraprendere una vita che non è fatta di rose e fiori. “Sapevamo che saremmo andati incontro a difficoltà, ma io non mi sono spaventata”, ha detto Katiusha. Prima di scoprire e scegliere questo posto, immerso tra le colline del Novarese, nel 2004, Katiusha aveva provato a vivere in Valle di Susa, ma il tentativo non era andato a buon fine.
La piccola azienda agricola che Katiusha è riuscita a creare con l’aiuto della sorella, del cognato e di un dipendente, produce non solo la preziosa lana di cachemire il latte di asina, ma anche salumi e formaggi ricavati da un piccolo allevamento. Lontano dalla città, la vita non è facile comunque. Tre anni fa, un branco di cani ha ucciso trenta caprette. Tanta disperazione, ma poi la voglia di ricominciare ha prevalso sullo scoraggiamento, ed ora Katiusha punta a distribuire i suoi prodotti sul largo mercato. Niente male, per una avvocatessa che sognava di diventare un giudice.
Articolo realizzato da Cristiana Lenoci