Due giovani pugliesi ed il loro film indipendente arrivano a Villerupt, al festival del film italiano in Francia e sorprendono pubblico e giuria con Xolo.
Due giovani ed un sogno: produrre film in maniera libera e indipendente, realizzando pellicole che “parlino” anche di loro e della loro visione della vita. Poi c’è la realtà, che è quella fatta di impegno, sacrifici, delusioni e scoraggiamenti. Ma Xolo, il film ideato e prodotto dal regista pugliese Giuseppe Valentino insieme ad Alessia Lenoci, anche lei pugliese, ha tutte le carte in regola per arrivare lontano. Ed infatti è sbarcato alla 40esima edizione del prestigioso Villerupt Film Festival, in Francia, dove nei giorni scorsi è stato presentato alla giuria e al pubblico.
Xolo: la trama del film
La pellicola, girata nelle campagne della Puglia, racconta la storia di Rosa (interpretata dall’attrice Angela Neiman) che vive in una roulotte e che deve fare i conti con un passato un po’ tormentato. Tutto ciò che possiede lo deve al ricco proprietario della stazione di servizio presso cui lavora, che la mantiene. Quando Rosa conosce Nathaniel (interpretato da Baptiste Elicagaray), che viene dai Paesi Baschi, tra i due nasce un legame profondo. La donna comincia a pensare a quanto sarebbe bello mollare tutto per vivere finalmente libera. La coppia decide di scappare dopo aver derubato Gino, il proprietario della stazione di servizio, del suo fedele cane Xolo, un animale da combattimento feroce che aveva ucciso un uomo.
Abbiamo incontrato Alessia e Giuseppe per complimentarci con loro e parlare della loro recente esperienza di partecipazione ad un festival di film italiani d’otralpe quale appunto quello di Villerupt, a fianco di nomi altisonanti come Sergio Castellitto e Michele Placido.
R: Fare cinema indipendente: i pro e i contro di una scelta del genere in Italia.
GA: Partiamo da cosa vuol dire cinema indipendente. Si tratta di un tipo di cinema slegato da qualsiasi rapporto con grandi major o canali televisivi. Questo comporta sicuramente il vantaggio della libertà creativa ed espressiva, ma anche i contro del muoversi in un sistema che ovviamente favorisce major e grandi produzioni. A volte essere indipendenti è una scelta ma anche una necessità, quasi sempre lo sono entrambe. Nel nostro caso, e nello specifico nella produzione del nostro film “Xolo”, il bisogno creativo non ha lasciato tempo e spazio per altri modelli, se non quello di metter su un gruppo di artisti motivati e sinceri, e iniziare questa avventura.
R: Il film da voi prodotto è stato selezionato per partecipare al prestigioso Festival francese di Villarupt: che cosa, di “XOLO”, ha maggiormente colpito i componenti della giuria e il pubblico che lo ha visto in sala?
GA: Il fatto che Xolo fosse stato selezionato in uno dei più antichi e prestigiosi festival di cinema italiano in Francia, quello di Villerupt, in concorso con i migliori film dell’anno (ad esempio quello di Castellitto e Placido) è stata una grande soddisfazione per noi. I selezionatori hanno molto amato Xolo per lo stesso motivo per cui ha profondamente colpito anche il pubblico. E’ parso a tutti un film fuori dal comune, molto originale e con atmosfere inedite per un film italiano. Il Sud Italia con i suoi colori, il suo calore e la sua durezza, hanno fatto da cornice all’interpretazione di attori unanimemente definiti “strepitosi”. Angela Neiman, l’attrice protagonista, si è anche aggiudicata un premio al Black Star Film Festival, per questo film. Insomma, un tripudio di complimenti e stupore.
R: Quella del regista è una professione molto ambita dai giovani: quali sono secondo voi le caratteristiche che bisogna avere per emergere tra tanti?
GA: Una delle caratteristiche più importanti è la perseveranza, non bisogna stupirsi se un regista anche talentuoso lavora dieci anni senza avere riscontri. Bisogna essere molto forti e non lasciarsi sopraffare dalle delusioni. Ciò che rende un regista unico è un punto di vista sul mondo profondo e originale, una poetica e una comprensione della realtà fuori dal comune. Il regista è un guerriero con il cuore grande e la capacità di circondarsi di persone fantastiche che condividono la sua visione. Perché, ricordiamolo, un film è sempre un’opera collettiva.
R: Il cinema sta vivendo di nuovo un periodo d’oro. Secondo voi è meglio questo periodo storico o quelli passati per affermarsi come regista o attore? Quali sono le difficoltà che chi produce film deve affrontare oggi rispetto a ieri?
GA: Questo è sicuramente il momento storico migliore per produrre film: la tecnologia digitale ci permette di realizzare film di buona qualità a prezzi relativamente contenuti. Inoltre i film si possono produrre più velocemente e, se si è abbastanza coraggiosi, possono essere distribuiti (o auto distribuiti) su piattaforme digitali di facile accesso. Tutti oggi possono fare un film, ma proprio per questo motivo quello che si richiede oggi ad un regista per emergere è una forza ancora maggiore ed un’essenza più pura.
R: Progetti futuri: un altro film nel cassetto?
GA: A breve cominceremo le riprese di un documentario, prodotto da “Ferula Film”, la nostra casa di produzione indipendente, in collaborazione con Rai Cinema. Nel frattempo stiamo cercando una distribuzione in Italia e all’estero per Xolo.
Con la testa e con il cuore si va molto lontano, e noi teniamo d’occhio Xolo per i suoi successi futuri.