Ci sono persone che nascono per viaggiare, hanno il viaggio “dentro” e di questo ne fanno una ragione di vita. Giorgio Bettinelli non era solo un appassionato viaggiatore, ma anche uno scrittore e un cantautore talentuoso. Nato negli anni Cinquanta, comincia a viaggiare appena quattordicenne. Il primo viaggio, in autostop, è dalla città di origine Crema fino alla capitale della Danimarca, Copenaghen.
L’anno dopo, sempre in autostop, Giorgio arriva in Tunisia. Ma quello che lui stesso definisce il suo primo vero viaggio avviene all’età di 17 anni quando, da Trieste, a bordo dell’allora in voga “Magic Bus” che percorreva la leggendaria Hippie Road, giunge nel continente asiatico.
Un viaggiatore come Giorgio Bettinelli ha sempre voglia di raggiungere nuove mete, ed infatti alcuni anni dopo, in sella ad una Vespa, compie cinque lunghi viaggi. La Vespa, mitico mezzo di trasporto che andava per la maggiore in quel periodo, è la sua grande passione. Giorgio l’aveva ricevuta come regalo durante un viaggio in Indonesia, e con questa si spostava all’interno dell’isola indonesiana di Sumatra.
Il suo primo viaggio interamente in Vespa avviene qualche anno dopo, e lo porta dall’Italia al Vietnam. “In Vespa. Da Roma a Saigon”, è il titolo del primo libro scritto da Giorgio Bettinelli nel 1997, che racconta appunto i 24 mila chilometri percorsi in sella alla mitica Vespa.
Il libro successivo raccoglie invece altri tre lunghi viaggi (per un totale di 254mila chilometri), dall’Alaska alla Terra del Fuoco in Patagonia, e si intitola “Brum Brum. 254.000 chilometri in Vespa”.
“In Vespa oltre l’orizzonte”, pubblicato nel 1997, è invece una raccolta fotografica riguardante i primi tre viaggi. Intanto Giorgio, tra il 1995 e il 1996, compie un altro viaggio che lo porta da Melbourne fino a Città del Capo.
Ma il viaggio più importante di Giorgio Bettinelli è sicuramente il giro del mondo, durato più di tre anni, percorrendo in totale 144 mila chilometri, partendo dalla Terra del Fuoco in Argentina e raggiungendo l’Alaska e la Siberia con la sua inseparabile Vespa.
Durante il viaggio in Africa Giorgio affronta una brutta avventura. Attraversando territori africani in guerra come l’Angola e la Sierra Leone Giorgio viene in contatto con l’ingiustizia, la corruzione, la tragedia quotidiana.
In Congo il viaggiatore italiano viene rapito da un gruppo di guerriglieri che, dopo averlo derubato, lo lascia andare.
Come lui stesso scrive nei suoi racconti, per fortuna ha modo di conoscere, apprezzare ed amare anche un’altra parte del continente africano, fatta di colori, paesaggi naturali, musica e gente allegra.
Dall’Africa Giorgio passa nello Yemen (a questo percorso dedica un libro a parte, che si intitola “Rhapsody In Black. In Vespa dall’Angola allo Yemen”).
Da qui, passando nuovamente per l’Indonesia, raggiunge l’Australia e la Tasmania.
Giorgio Bettinelli e la Cina
“La Cina in Vespa”, pubblicato nel 2008, racconta l’ultimo grande viaggio compiuto da Giorgio in Vespa, che attraversa tutte le 33 regioni presenti nell’immenso territorio cinese.
Nel 2004 Giorgio decide di vivere in Cina, e sposare la sua compagna cinese. Ma due anni dopo, la voglia irrefrenabile di viaggiare lo assale nuovamente, portandolo a compiere quello che sarà il suo ultimo viaggio.
Nel libro “La Cina in Vespa” Giorgio riesce, con la sua grande bravura di scrittore di viaggi, a “fotografare” la Cina nei suoi aspetti più reconditi e affascinanti.
Proprio in Cina Giorgio muore all’età di 53 anni, per un improvviso malore. Era in procinto di ultimare un altro libro sul Tibet.
Lo ricordiamo con una delle sue frasi che sono diventate celebri: “Il presente è molto più vivo nel futuro, quando è già passato”.