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Emanuela Conversano, l’imprenditrice filosofa “innamorata” di Karl Marx

Studiando autori e filosofi in maniera approfondita e con la mente aperta e ricettiva a 360° si possono scoprire sfaccettature e aspetti inediti della loro vita e capire che sono particolarmente vicini al nostro modo di intendere l’esistenza.
E’ successo proprio questo ad Emanuela Conversano, classe 1986, di Monopoli (Ba). Dopo aver conseguito la laurea in Filosofia all’Università Normale di Pisa, si trasferisce a Bologna per un dottorato in “Storia delle idee. Filosofia e Scienza”.
A qualche anno di distanza, quando la sua vita aveva ormai preso altre pieghe rispetto al suo percorso accademico, Emanuela, affascinata dal mondo della viticultura, cerca di interpretare il rapporto con il vino anche in chiave spiccatamente intellettuale e decide di iscriversi al Master in “Filosofia del Cibo e del Vino”, organizzato presso il
San Raffaele a Milano.

Marx e il Vino

A convincerla è anche una scoperta legata al filosofo su cui da anni fa ricerca: Karl Marx. La famiglia Marx, infatti, possedeva un ettaro di vigneto nella sua città natale, Treviri, nella regione vinicola della Mosella.
Pare che Karl fosse un vero amante del vino e che proprio dalla crisi vinicola che coinvolse la sua famiglia trasse importanti spunti per concepire la sua imponente teoria economica e politica. Ma nel frattempo, Emanuela, dopo il dottorato e la parentesi di vita bolognese, era tornata già da un po’ nella terra di origine, la Puglia.
Un giorno Giovanni, un suo amico, dopo aver frequentato per caso insieme a lei un corso per diventare sommelier, le rivela il proposito di coltivare un vigneto. E curiosamente, qualche settimana dopo, scova una piccola vigna nei pressi di Gioia del Colle (Ba).
Così Giovanni ed Emanuela hanno acquistato il terreno, e poco dopo hanno fondato una società semplice agricola. Attualmente “5 e 30 vini da coltivare” produce due vini rosati di qualità: il “Tamarindo” e lo “Spaccamurgia”.
Per imbottigliarli si avvalgono del supporto di piccole cantine di Gioia del Colle.  Nonostante i quantitativi prodotti siano piccoli, ci tengono a dare il giusto valore a ogni bottiglia. “Il vino è un prodotto naturale e culturale insieme. La filosofia insegna che Natura e Cultura non sussistono l’una senza l’altra, e che hanno un senso solo in relazione tra loro”, afferma Emanuela.

Gli obiettivi futuri

I vini prodotti in questa piccola e virtuosa azienda pugliese sono ottenuti senza mezzi chimici di sintesi, e proprio di recente è stata avviata la procedura per conseguire la certificazione biologica. Tra gli obiettivi futuri di “5 e 30 Vini da coltivare” c’è quello di mettere su una cantina e sperimentare vini sempre nuovi e diversi.
Non ci resta che augurare ad Emanuela e Giovanni un caloroso in bocca al lupo!
 

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Autore
Cristiana Lenoci
Mi chiamo Cristiana Lenoci, sono laureata in Giurisprudenza e specializzata nel campo della mediazione civile. La mia grande passione è la scrittura, ho maturato una discreta esperienza sul web e collaboro per diversi siti. Ho anche frequentato un Master biennale in Giornalismo presso l'Università di Bari e l'Ordine dei Giornalisti di Puglia.

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