
Don Luigi Ciotti a Cerignola- fonte foto: Francesco De Luca
La mafia non è un’entità astratta di cui si parla in tv o si legge sui giornali. E’ qualcosa di assolutamente concreto, e incontrando chi da anni si batte a favore di una cultura della giustizia e della legalità ci si rende conto che, aldilà delle ridondandi parole, ciò che conta è l’esempio di vita. Don Luigi Ciotti, fondatore nel 1995 del “Coordinamento di Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”, promotore di campagne nazionali di sensibilizzazione e lotta contro la mafia e la corruzione, è stato ieri a Cerignola (Fg) per visitare i due terreni confiscati alla malavita e gestiti rispettivamente dalla Cooperativa sociale Pietra di Scarto e Alter Eco.
Una visita inaspettata, quella di Don Luigi Ciotti, in veste di sacerdote, ma anche di semplice cittadino che crede nella possibilità di riscattarsi dall’ingiustizia e dal malaffare, che ha riempito di piacere ed entusiasmo non solo chi lavora in queste realtà da anni, ma anche tanta gente comune che ha avuto il piacere di ascoltare la sua preziosa testimonianza.
A Cerignola, dal 2010 circa, sono due le cooperative sociali cui, attraverso un bando pubblico, sono stati affidati in gestione due terreni confiscati alla mafia. La cooperativa “Pietra di Scarto” ha attivato, in Contrada Toro, un Laboratorio di Legalità intitolato a Francesco Marcone, direttore dell’Ufficio del Registro di Foggia, ucciso per mano della mafia il 31 Marzo 1995. Qui, oltre alla coltivazione dei tre ettari circa di terreno, prevalentemente con ulivi che producono l’oliva “Bella di Cerignola”, si svolgono altre attività, come ad esempio i campi estivi per ragazzi organizzati da Associazione Libera ed Arci.
Tra i progetti futuri, affidati ai soci della cooperativa, c’è anche a breve l’assegnazione di orti sociali. L’estate scorsa, sul terreno gestito dalla Cooperativa Pietra di Scarto, il cui presidente è Pietro Fragasso, è stato portato a termine con grande successo un esperimento di coltivazione di pomodori al 100% biologici, poi confezionati e venduti nel circuito italiano di Altromercato. Il progetto ha voluto mandare un preciso messaggio contro lo sfruttamento dei lavoratori e il fenomeno purtroppo ancora dilagante del caporalato. Sui terreni confiscati alla mafia in contrada Toro lavorano anche ragazzi in affidamento per la pena alternativa al carcere e altri provenienti da percorsi diversi. La Cooperativa, tra le altre cose, ha formato al proprio interno un Gas (Gruppo di Acquisto Solidale) con l’intento di valorizzare i prodotti a km zero del nostro territorio, e da qualche mese organizza eventi di aggregazione e scambio tra autoproduttori.
La Cooperativa AlterEco di Cerignola gestisce invece “Terra Aut”, un terreno situato a circa tre chilometri dal centro abitato, proseguendo per via Teano, intitolato a Peppino Impastato (giornalista di Cinisi che ebbe il coraggio di denunciare atti mafiosi, e per questo venne assassinato il 9 Maggio 1978). Anche qui si svolgono attività lavorative sui cinque ettari prevalentemente di vigneto (uva da tavola), in più vi è la produzione di olio. La Cooperativa sociale, presieduta da Vincenzo Pugliese, è attiva sul territorio con iniziative di interesse pubblico e all’interno delle scuole (Pon sulla legalità e ambiente) e partecipa ad azioni di recupero di ragazzi svantaggiati e che aderiscono a programmi di pena alternativa al carcere (borse lavoro). L’estate scorsa su questo terreno, come ogni anno, hanno lavorato circa venti ragazzi provenienti da ogni parte d’Italia facenti parte dei progetti estivi di Libera e Arci.
Don Ciotti ha visitato questi due terreni confiscati alla mafia, ha parlato con i protagonisti di questo impegno sociale, ma le sue parole intrise di significato e speranza hanno raggiunto tutti coloro che credono in un possibile cambiamento partendo dai singoli gesti.
Le vittime di mafia hanno bisogno di risposte, servono esempi concreti di vita, ha detto Don Ciotti. La giustizia sociale è possibile, secondo lui, se si combatte attivamente contro l’illegalità, la corruzione, le mafie, che sono nemiche della pace.
Una grande testimonianza, quella di Don Ciotti, che sicuramente lascia il segno e che motiva ad andare avanti nella direzione intrapresa.
Articolo realizzato da Cristiana Lenoci