Ci teniamo particolarmente a parlare del Sud Italia, della voglia di riscatto di chi vive e lavora in questa terra e di chi decide di investire in un settore, quello agricolo, che è particolarmente difficile, ma anche foriero di grandi soddisfazioni. Questa volta abbiamo incontrato due sorelle, Maria e Anna Gallo, e dopo aver assaporato i gustosi prodotti realizzati nell’azienda di famiglia ci siamo appassionati alla loro storia e abbiamo deciso di raccontarla.
R: Due sorelle (Maria e Antonella) e una masseria ereditata nella Valle d’Ofanto in Puglia. Vi va di raccontare gli esordi della vostra azienda “Delsud”?
M&A: Abbiamo esordito come “contadine” in un’età non certo giovanile, visto che venivamo da una ventennale esperienza lavorativa milanese. Perciò abbiamo iniziato con una certa cautela , prima cercando di capire quale poteva essere il miglior indirizzo per la nostra nuova azienda agricola, per esempio il passaggio al biologico, la sperimentazione di colture particolari come la quinoa e la canapa per bioedilizia…. Dopo quasi due anni, quando abbiamo sentito il grande interesse per prodotti buoni, genuini e nuovi, abbiamo pensato di creare un nostro marchio, per proporre un link diretto con i potenziali clienti, come dire? “dalla terra alla tavola”. Ed è nata DELSUD, una start up, di fatto, con cui cerchiamo di testare e scoprire le potenzialità ancora inesplorate di cereali e legumi (abbiamo creato biscotti al farro, crumble di ceci neri, dentifricio in polvere con farina di ceci…).
R: Il mercato del biologico si sta diffondendo a macchia d’olio. Quali sono, secondo voi, le principali criticità di questo settore e le difficoltà di gestione di un’attività come la vostra?
M&A: Le difficoltà sono più che altro di tipo burocratico. Certificazioni, controlli, documentazioni… sono necessarie e giuste ma anche molto costose e richiedono talmente tanta energia in termini di lavoro d’ufficio, che di fatto scoraggiano tante piccole realtà. La provincia di Foggia, poi, ci pare che sia carente dal punto di vista delle strutture di trasformazione. Ci sono grandi magazzini di stoccaggio, molti frantoi e un certo numero di produttori di conserve tradizionali, ma si fa fatica a trovare laboratori per piccole lavorazioni particolari legate, come nel nostro caso, alla filiera dei legumi.
R: Tra i prodotti realizzati presso la vostra azienda ci sono anche cosmetici naturali. Quanto è utile un sito e-commerce per la loro diffusione?
M&A: Il sito di e-commerce è ormai un passaggio obbligato per tutti i piccoli produttori, qualunque sia il prodotto in vendita. Non è detto che funzioni dal punto di vista delle vendite, ma è necessario perché il potenziale cliente riesce a farsi un’idea non solo sulle caratteristiche del prodotto ma anche sulla fascia di prezzo in cui si colloca. Ed è utile anche per trovare eventuali distributori. Il prodotto cosmetico, poi, non è molto diverso dal prodotto alimentare. Se è nuovo ha bisogno di essere testato, “annusato”,… per certi aspetti, i mercatini sono ancora un buon momento di presentazione.
R: Sul sito Delsud vi rivolgete ai Gruppi di acquisto (GAS e GAP): secondo voi cosa si può fare concretamente per diffondere di più questi modi “virtuosi” di fare la spesa?
M&A: Crediamo che l’esperienza dei GAS sia qualcosa che non può “calare dall’alto”. La S dei GAS sta per Solidarietà, e questo è un sentimento forte, che non può nascere solo per risparmiare sulla spesa. Non a caso ci sono molti GAS che hanno vita breve e alcuni che resistono perché sono nati da esperienze reali di amicizia e, appunto, solidarietà. Perciò, per avere più GAS crediamo sia necessario che prima esista un vero gruppo interessato alla sana alimentazione, al sostegno dei piccoli produttori, al risparmio equo (che non penalizzi gli agricoltori chiedendogli prezzi inferiori a quelli della grande distribuzione). Il cambiamento avviene sempre a partire dal cliente finale.
R: La Puglia è una regione che investe parecchio nella qualità dei prodotti, meglio se provenienti da agricoltura biologica. Quali sono le vostre previsioni al riguardo da qui a una decina di anni?
M&A: Le statistiche parlano di una crescita inarrestabile del biologico perché, come dicevamo prima, è cambiato il consumatore finale. Non importa se i ragazzi più giovani preparino in casa il pranzo o mangino un panino al bar, per molti di loro, fortunatamente, è importante la qualità sia della pasta cucinata a casa sia dell’hamburgher – bio o vegano – mangiato fuori con gli amici.
R: Quali sono le strategie di marketing migliori per diffondere i prodotti rigorosamente naturali come i vostri?
M&A: Non siamo grandi esperte di marketing, però notiamo che è molto apprezzata la corretta presentazione di tutta la filiera produttiva (dai nostri campi fino al prodotto finito), poi certo il passaparola, gli assaggi, l’estetica adeguata delle etichette, la coerenza tra prodotto e immagine, e la presentazione internazionale (il sito bilingue è obbligatorio!) perché gli stranieri hanno una grande attenzione per il made in Italy bio… Infine, naturalmente, i social network.
Le fotografie presenti a corredo dell’articolo sono state realizzate da Alfredo Ingino.