Sono gli esseri viventi di gran lunga più popolosi sulla Terra: le piante rappresentano l’85% di tutta la biomassa terrestre, cioè del totale delle forme di vita presenti sul nostro Pianeta. Gli animali, invece, umani compresi, sono invece appena lo 0,3%. Come sottolinea il professor Stefano Mancuso, neurobiologo vegetale direttore del Laboratorio internazionale di Neurobiologia vegetale (sedi a Firenze e in Giappone), le piante sono le vere padrone del Pianeta, e possiamo ben dire che da loro dipende la nostra vita, a partire dall’ossigeno che respiriamo.
In un periodo come questo, in cui non abbiamo la possibilità di muoverci come vorremmo, le piante sono un modello al quale ispirarci. Ecco quali sono i loro comportamenti da cui prendere spunto.
Sono dotate di un’intelligenza diffusa
Le piante sono strutturate come una rete senza comando centrale. Mentre noi vediamo con gli occhi, sentiamo con le orecchie, tocchiamo con le mani, respiriamo con i polmoni, pensiamo con il cervello, le funzioni delle piante sono distribuite su tutta la loro superficie. Ogni cellula vegetale è un organo di senso sofisticato, dotato di recettori in grado di percepire il tocco, la pressione, le vibrazioni. Insomma, una specie di cervello distribuito.
Consumano pochissimo
Il mondo vegetale si accontenta di poco, dosa al massimo le energie a disposizione. Alcune piante vivono in luoghi impervi, centellinano ogni goccia d’acqua e ogni minuscolo nutriente. Anche noi, soprattutto in questo periodo di pandemia, dobbiamo stare più attenti a non sprecare le risorse a nostra disposizione. Rallentare i consumi, ad esempio, può aiutare l’ambiente, le cui risorse sono limitate.
Si adattano a tutto
Le piante interagiscono con l’ambiente in cui si trovano. Ad esempio, se sono in una foresta fitta, tendono a crescere in altezza per cercare la luce. Se sono in un terreno asciutto, sviluppano le radici in verticale per cercare l’acqua in profondità. Le piante hanno anche molta resilienza, ovvero la capacità di resistere, fronteggiare e riorganizzarsi dopo un evento negativo. La resilienza è un fattore importante anche per noi uomini, soprattutto in tempi di Covid-19, caratterizzati da un forte stress e da eventuali traumi legati alla malattia e all’isolamento sociale.
Comunicano tra loro
Le organizzazioni vegetali sono orizzontali, diffuse e decentralizzata: questo modello, nella storia dell’evoluzione, ha dimostrato una straordinaria efficienza. Le piante- specifica Mancuso- sono come Internet, nato come una rete militare che doveva essere in grado di sopravvivere ad un attacco al comando centrale, quindi con centri nevralgici diffusi. Sono reti che comunicano spesso a livello radicale.
Migrano in silenzio
Gli animali migrano, cercano le zone dove le condizioni ambientali (ed anche economiche e sociali, nel caso dell’essere umano) sono migliori. Anche le piante sono organismi pionieri, migrano per sopravvivere, in conseguenza dei cambiamenti climatici. Certo, la singola pianta è stanziale, ma va considerato il flusso delle generazioni nei secoli. Le piante hanno inventato molti modi diversi per diffondersi e spostarsi. Viaggiano attraverso i semi, usano sempre dei vettori, approfittando di ciò che si muove: l’acqua, l’aria, gli animali, gli esseri umani. Si muovono silenziosamente per centinaia di chilometri, raggiungendo luoghi lontani e riadattandosi a vivere lì.
Sono pazienti e sanno rigenerarsi
La crescita delle piante è lenta e graduale, hanno molta più pazienza di noi. Sanno riposarsi durante l’inverno e produrre quando le condizioni lo permettono, di solito in estate. Quando vengono danneggiate o spezzate, cercano sempre una soluzione per rigenerarsi e tornare nello stato migliore, malgrado le ferite riportate.
Sono molto sensibili
Non potendo muoversi, le piante per sopravvivere hanno bisogno di percepire i cambiamenti in anticipo, mutando di conseguenza le propria anatomia e fisiologia, cosa che richiede tempo. Ecco perché sono estremamente sensibili: riescono a “sentire” campi elettrici, magnetici, elementi chimici, luce e minime variazioni di temperatura dell’aria. Anche noi dovremmo sviluppare una maggiore sensibilità verso l’ambiente.
Il mutuo appoggio
Un bosco è come un unico organismo, costituito da una rete di piante connesse fra loro, che attraverso le radici si scambiano informazioni, acqua e nutrienti. Questo fenomeno si chiama “mutuo appoggio”.