Basta applicare qualche semplice strategia per sentirsi meglio con se stessi e con il prossimo. Un recente studio effettuato dalla Yale University ha rilevato che compiere piccoli gesti di altruismo attiva la serotonina, l’ossitocina e le endorfine, molecole della gioia e della calma. Ci sono alcuni gesti di altruismo antistress che favoriscono la serenità: ecco quali sono.
Giocare con i propri figli: gli adulti hanno spesso fretta, presi dal lavoro e da tanti impegni:così incombe il senso del dovere e resta poco spazio per sentimenti ed emozioni. Anche i figli sono travolti da questo insano meccanismo, coinvolti dal vortice di compiti e attività extrascolastiche. Questa abbuffata di impegni, però, non lascia tempo allo stare insieme e al riposo che speso favorisce l’elaborazione di soluzioni creative. Regalarsi momenti di autentica ilarità e di gioco, fare qualcosa solo per il gusto di stare insieme, è un grande dono per i bambini, come per gli adulti: aiuta ad alimentare la relazione con i figli, a godere della condivisione di quel preciso momento insieme. Non è necessario organizzare passatempi impegnativi: a volte, anche un gioco da tavolo ci aiuta ad abbassare la tensione, ossia i livelli di adrenalina e noradrenalina, e a riequilibrare i livelli delle amine, regolatrici dell’umore. Poi, ritrovato il benessere emotivo, funziona meglio anche l’attività nervosa e immunitaria.
Cedere il posto sul bus: offrire ad un anziano o a una donna in gravidanza la possibilità di stare seduta su un tram e metro è un piccolo gesto per chi lo compie, ma una grande coccola per chi lo riceve. Sentire che il proprio bisogno è stato accolto e compreso molte volte genera una sorriso riconoscente. E si sa, in genere sorriso chiama sorriso e benessere anche fra le persone presenti.
Ascoltare gli altri quando parlano: mettersi nei panni dell’interlocutore cercando di cogliere il suo punto di vista e di comprenderlo attiva la nostra empatia. La capacità di sentire le emozioni di chi ci sta parlando a livello biochimico coincide con un incremento di ossitocina, molecola della fiducia e dell’affettività. Non solo: spesso ascoltare significa riformulare, dentro di sé, ciò che è stato detto, per comprendere meglio l’origine del pensiero del nostro interlocutore. Un esercizio che ci aiuta a vivere con più intensità il presente, a trovare soluzioni e non cercare vie di fuga. Aldilà della biochimica felice, avere più ossitocina in circolo, attivata dall’ascolto degli altri, ci aiuta a staccare la spina, a prendere le distanze dai nostri pensieri e preoccupazioni. Creare spazio a chi è vicino a noi, ai suoi racconti, ci apre a un nuovo modo di interpretare la realtà che spesso consente di ridimensionare i nostri problemi.
Donare denaro: aiutare chi è in difficoltà concretamente dando una quota dei nostri soldi che sono simbolo di sacrificio, lavoro, impegno, è difficile, ma anche molto gratificante. Questa scelta comporta un’apertura all’altra persona che rimette in discussione i nostri valori e le nostre priorità: vuol dire, magari, rinunciare a qualcosa. Significa, soprattutto, sostituire la frase “la mia amica si trova senza soldi perché ha sbagliato” con un’altra espressione: “lei ha bisogno di me e io ci sono”.
Altruisti si nasce o si diventa?
Un gruppo di ricercatori dell’ ha condotto un esperimento con bambini di età compresa tra i 3 e gli 8 anni per verificare come e quando emerge la capacità di donare. E’ emerso che l’altruismo è una tappa dello sviluppo emozionale che appare intorno agli otto anni. A questa età un bambino su due fa la scelta di condividerle senza aspettarsi nulla in cambio. La generosità dei piccoli può essere favorita o inibita da vari fattori. Un buon attaccamento e la quantità di affetto ricevuti sono sicuramente essenziali per l’apprendimento dei primi rudimenti di comportamento altruista. L’altruismo si impara: l’esempio dei genitori conta molto. Se il piccolo vede che la mamma è disposta a dare denaro ad un povero o a cedere il posto sul bus, lui stesso ripeterà la medesima azione.
Stando ai risultati di questo esperimento, per i figli unici la scelta altruista è del 28% più frequente rispetto a quella compiuta da ragazzini che provengono da famiglie numerose.
L’altruismo aumenta con l’età
Un’altra interessante ricerca svolta dall’Università dell’Oregon (Usa) ha esaminato 80 uomini e donne, dai 18 ai 67 anni, giungendo alla conclusione che l’altruismo cresce dà maggiori soddisfazioni con il passare del tempo. Secondo lo studio americano, la generosità è più fortemente espressa nella seconda metà del ciclo di vita, dopo i 45 anni, quando si è anche più soddisfatti nel vedere gli altri felici.