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Come aprire un locale

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Il mondo della ristorazione non è più quello di una volta, o almeno non solo: altre formule si affiancano a quelle tradizionali, offrendo nuove vantaggiose opportunità. La “filosofia” dei locali cambia con il passare del tempo. Se prima si andava al bar per bere qualcosa e al ristorante per mangiare un piatto diverso, ora funzionano i locali che, oltre ad offrire cibo buono e di qualità, garantisce una bella atmosfera per i clienti.  E’ importante sapere come aprire un locale, conoscere alcune cose per mettere su un locale di successo che incontri il gusto delle persone. Ecco alcune regole di base che conviene seguire.

1)      Definire con chiarezza che tipologia di locale si intende aprire e la clientela cui ci si vuole rivolgere;

2)      Preparare un business plan calcolando costi e ricavi (presunti);

3)      Individuare il locale adatto;

4)      Controllare che la destinazione d’uso del locale sia commerciale e che siano rispettati tutti i requisiti edilizi ed urbanistici previsti dal Comune;

5)      Verificare di trovarsi in regola con i requisiti morali e professionali e, se necessario, seguire un corso di somministrazione alimenti e bevande (Sab);

6)      Partecipare ad un corso Haccp;

7)      Ottenere la notifica sanitaria da parte dell’Asl;

8)      Aprire la partita Iva come ditta individuale e presentare iscrizione a Inps e Inail;

9)      Aprire una casella di posta elettronica certificata (Pec) e presentare allo sportello unico per le imprese la Scia (Segnalazione certificata di inizio attività);

10)  Chiedere all’Ufficio tecnico di Finanza la licenza rilasciata per la vendita di alcolici/superalcolici;

11)  Entro 90 giorni dall’apertura del locale mettersi in regola con le norme sulla tutela della salute e della sicurezza sul lavoro.

Aprire un locale di successo: ecco qualche idea

Il ristorante solidale: il lato “sociale” della ristorazione in questi tempi difficili sta venendo sempre più a galla. Usare il cibo, la cucina, la convivialità per offrire un’esperienza formativa e un’opportunità di lavoro a persone che difficilmente verrebbero assunte in un ristorante “convenzionale”, in questo consiste un ristorante solidale, i cui esempi in Italia sono davvero tanti. A Venezia c’è il ristorante Fantasia (a pochi passi da Piazza San Marco), nella cui cucina e in sala ci sono giovani diversamente abili o che arrivano da situazioni difficili. Un altro caso significativo è quello della Locanda dei Girasoli di Roma (www.lalocandadeigirasoli.it), un ristorante-pizzeria nato oltre 10 anni fa per promuovere l’inserimento lavorativo di persone con la sindrome di Down.

Il fast food all’italiana: la tendenza del “chilometro zero” si è ormai fatta strada anche nel mondo del fast food. Nel menù, quindi, compaiono carni pregiate, ingredienti preziosi e ricette gourmet. Ad inaugurare questo filone sono state le agri-hamburgerie (www.mbu.it), ossia “solo buono” in dialetto torinese, che usano solo carne piemontese a filiera corta. A Bologna si trovano i Well Done Burger (www.welldonerburger.com) che usano solo carni provenienti da allevamenti al pascolo e sostenibili, ortaggi di stagione, farine biologiche, accompagnati a succhi di frutta fresca preparati al momento e birra artigianale.

Il caffè pet friendly: in questo tipo di locale gli animali da compagnia sono i benvenuti. Il lounge bar Akita, per esempio, ha aperto da alcuni mesi a Concorezzo alle porte di Monza. Oltre ad offrire un’ampia selezione di piatti, vini e cocktail, ha tutto il necessario per accogliere i clienti a quattro zampe a cui offre, gratuitamente, cibo e una dog’s lounge riservata. A Torino invece alcuni ragazzi hanno aperto il MiaGola Caffè (www.miagolacaffe.it) dove sei gatti provenienti dal gattile sono stati adottati e scorazzano in libertà nel locale, pronti a farsi coccolare, tra una fetta di torta e un cappuccino. Il MiaGola Caffè è pensato per chi ama gli animali domestici e magari vorrebbero averne uno: un videowall trasmette le immagini degli ospiti di canili e gattili del territorio, tutti in cerca di una nuova casa.

Il bakery caffè per celiaci: in Italia si contano circa 700 mila celiaci, e per loro si aprono nuovi locali che cucinano senza glutine. A Milano c’è Out of Gluten, una pasticceria gourmet per celiaci. Stessa filosofia per la pasticceria Lady Anna di Sorbolo (Pr) creata dallo chef Anna di Marco nel 2011 che, oltre a dolci e salati, realizza anche wedding cake e torte da ricorrenza senza alcuna traccia di glutine.

Articolo realizzato da Cristiana Lenoci

 

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Autore
Cristiana Lenoci
Mi chiamo Cristiana Lenoci, sono laureata in Giurisprudenza e specializzata nel campo della mediazione civile. La mia grande passione è la scrittura, ho maturato una discreta esperienza sul web e collaboro per diversi siti. Ho anche frequentato un Master biennale in Giornalismo presso l'Università di Bari e l'Ordine dei Giornalisti di Puglia.

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