Il mondo del lavoro non è solo spietato, c’è un’altra faccia della medaglia che vogliamo mostrarvi, proprio in concomitanza con le festività natalizie. L’Italia non è soltanto il Paese dei lavoratori oppressi e sfruttati o dei giovani disoccupati, ma anche quello in cui imprenditori “illuminati” decidono di dividere il proprio (meritato) successo con le persone che, silenziosamente, ogni giorno, prestano il loro lavoro per diffondere in Italia e altrove il buon nome dell’azienda. Appunto, i dipendenti.
La persona di cui voglio parlarvi si chiama Brunello Cucinelli, più noto come il “re del cachemire”. Brunello è un imprenditore umbro che ama il suo lavoro, uno di quelli che porta avanti in maniera encomiabile il made in Italy producendo capi in cachemire, con il giusto mix di tradizione ed innovazione.
A differenza di altri che pensano di potersi arricchire sfruttando i lavoratori, questo imprenditore ha capito bene che il successo della sua azienda non è solo il frutto delle sue scelte personali, ma anche del lavoro solerte e continuo dei dipendenti, che si dedicano ogni giorno ad un’attività alla quale credono fermamente.
In un periodo di crisi economica come questo, Brunello va controcorrente: nel momento in cui la sua azienda sbarca in borsa, offre cinque milioni di utili ai dipendenti che lavorano per lui e con lui. Ecco come motiva la sua decisione: “Abbiamo voluto dare un premio a chi è cresciuto insieme a noi e l’abbiamo comunicato ai dipendenti”.
I dipendenti e collaboratori dell’industria del cashemire di Solemeo sono circa 783, e ognuno di loro riceverà un importo di circa seimila euro. Per molti questa sarà una boccata d’ossigeno non indifferente, vista la difficoltà di molte famiglia italiane ad arrivare a fine mese.
L’entrata in Borsa rappresenta un momento di crescita dell’azienda, che è sul mercato da circa 34 anni. “Si tratta di un dono per chi è cresciuto insieme a noi”, afferma Cucinelli.
La stessa azienda, un po’ di tempo fa, ha contribuito a finanziare un intervento di restauro dell’Arco etrusco di Perugia. Non vi sembra forse un esempio da seguire e diffondere in questi tempi così foschi?
Cristiana Lenoci