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Atelofobia: quando la ricerca di perfezione diventa patologia

Ancora una volta andare alle origini delle parole può aiutarci a trovare il significato più specifico e profondo di ognuna di esse. Nello specifico, nei giorni scorsi mi ha incuriosito un termine abbastanza inusuale: atelofobia. La parola deriva dal greco: è formata da “ateles” (che può essere tradotta con “incompleto” oppure “imperfetto”) e “phobos”, che invece significa “paura”, “timore”.

Quindi, atelofobia è letteralmente la paura di non essere all’altezza. Le persone che ne soffrono vivono con l’ossessione di non essere adeguate in qualsiasi circostanza si trovino. Certo, a chiunque può capitare di non sentirsi all’altezza della situazione. Quando, però, tale sensazione diventa quasi una costante nella vita si è in presenza di atelofobia.

Si tratta di un disturbo psicologico da non trascurare. Infatti, se da un alto cercare di migliorarsi è sempre un atteggiamento positivo, dall’altro cercare assiduamente la perfezione può rivelarsi una “trappola” pericolosa. Si rischia infatti di essere vittima di seri problemi psicologici ed anche fisici.

Alla base dell’atelofobia vi è una profonda insicurezza. Infatti, è proprio la scarsa autostima che spinge a mostrarsi impeccabili in qualsiasi occasione, agli occhi degli altri ed anche ai propri. Così, può accadere che ci si sottoponga a sfiancanti sedute di allenamento solo perché non si è soddisfatti dell’aspetto fisico o che, in vista di una prova importante, si passino intere giornate a studiare nonostante la preparazione sia già ottima.

Le conseguenze fisiche dell’atelofobia

Chi soffre di tale disturbo vive costantemente in ansia. Dalla tensione continua derivano altri problemi fisici, come l’accelerazione cardiaca, irrigidimenti muscolari, respiro affannoso e sudorazione eccessiva. Nei casi più seri, l’atelofobia potrebbe provocare anche attacchi di panico, insonnia, disturbi del comportamento alimentare e depressione.

A determinare la mancanza di autostima che dà luogo all’atelofobia possono essere vari fattori. Nella maggior parte dei casi, però, a provocare il disturbo sono traumi legati all’infanzia o all’adolescenza. Ad esempio, non aver raggiunto i traguardi che ci si era prefissati, a cui magari anche i genitori o persone care tenevano molto, può minare profondamente la fiducia in se stessi, rendendo parecchio insicuri.

Proprio da questa marcata insicurezza può dipendere la ricerca ossessiva della perfezione. La soluzione per sconfiggere l’atelofobia consiste nell’imparare ad accettarsi. Per riuscirci, è necessario un lungo lavoro su se stessi, che molti non riescono a fare e per questo si rivolgono a specialisti per ricevere aiuto.

 

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Autore
Cristiana Lenoci
Mi chiamo Cristiana Lenoci, sono laureata in Giurisprudenza e specializzata nel campo della mediazione civile. La mia grande passione è la scrittura, ho maturato una discreta esperienza sul web e collaboro per diversi siti. Ho anche frequentato un Master biennale in Giornalismo presso l'Università di Bari e l'Ordine dei Giornalisti di Puglia.

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